Il Manifesto di UFAI

L’adozione che vorremmo… 

1) Una procedura VELOCE ed EQUA:

  • incontri con i servizi sociali che possano, oltre alla valutazione della coppia sulla sua idoneità, portare alla stessa stimoli e riflessioni e non una colpevolizzazione nel bisogno di un figlio;
  • snellimento della burocrazia che spesso allunga il periodo dell’ottenimento dell’idoneità dagli otto mesi in su. In Europa, nel tempo in cui in Italia si ottiene un decreto, una coppia straniera conclude l’iter adottivo;
  • formazione sul tema adozione dei giudici dei Tribunali dei Minori che spesso sono contrari all’adozione e ostacolano le coppie.

2) Una procedura TRASPARENTE e mirata al bene del bambino:

  • in ambito di adozione Nazionale creazione di banche dati funzionanti, liste e criteri di convocazione delle coppie;
  • riduzione dei tempi di rischio giuridico dell’Adozione Nazionale dal momento in cui il bambino viene affidato alla famiglia. I tre anni di RG ora previsti attualmente lasciano le famiglie in un limbo, costringendo i genitori ad un enorme sforzo per mantenere un innaturale non attaccamento e infliggendo ai bambini un ulteriore lacerante ferita e lutto, in caso l’adozione non vada a buon termine;
  • in ambito di adozione internazionale, rispetto degli accordi bilaterali sulle poche clausole a favore delle famiglie e garanzia di un controllo da parte della CAI (Commissione Adozioni Internazionali) sul loro rispetto;
  • affido commutabile in adozione con priorità per le famiglie affidatarie, qualora il minore affidato fosse dichiarato adottabile, come indicato anche dal testo recentemente approvato dalla Commissione Giustizia del Senato.

3) Una procedura SOSTENIBILE ECONOMICAMENTE:

  • spingere le istituzioni italiane preposte a farsi portavoce nella Comunità Europea e nei rapporti internazionali sul promuovere la revisione da parte degli stati delle politiche riguardanti l’adozione per quanto concerne l’utilizzo risorse disponibili. Un bambino istituzionalizzato genera costi che se, diversamente investiti, possono dargli la possibilità di crescita in una famiglia anziché  in un istituto, soprattutto in Italia dove i costi delle case – famiglia sono esorbitanti;
  • uniformità dei costi richiesti dagli enti alle tabelle CAI. Attualmente i costi reali sono molto lontani da quelli indicati sulle tabelle della CAI, non aggiornate e non monitorate;
  • concordare con gli Istituti di Credito Italiani strumenti economici a tassi di interesse ultra agevolati che possano coprire in toto le spese di adozione internazionale che devono sostenere le famiglie adottive con tempi di rimborso più lunghi di quelli oggi previsti;
  • assunzione del rischio di impresa da parte degli enti con cifre di esborso chiare non ritoccabili durante tutta la procedura adottiva;
  • pagamenti tracciabili solo tramite bonifico bancario dall’Italia;
  • possibilità di libera scelta per le coppie fra gli Enti o i servizi sociali per la stesura delle relazioni post adozione;
  • possibilità di detrarre fiscalmente e non dedurre i costi adottivi, compresi i costi delle relazioni di post adozione dell’adozione internazionale.

4) Una procedura CHIARA E SINCERA NEI RAPPORTI CON ENTI E SERVIZI SOCIALI:

  • possibilità di sottoscrivere un vero e proprio “contratto ente-famiglia” vincolante per entrambe le parti;
  • l’obbligo per gli Enti (con responsabilità diretta sui propri Referenti), in caso di adozione internazionale, e per le case famiglia/tribunale, in caso di adozione nazionale, di veridicità delle informazioni fornite alle coppie sulle schede sanitarie di rischio giuridico dei bambini al momento della proposta/abbinamento;
  • obbligo da parte degli enti a comunicare alle coppie i tempi effettivi di attesa al momento del conferimento incarico con trasparenza sul numero delle pratiche che ente può effettivamente gestire;
  • istituzione di liste e numero di posizione sulle liste di attesa consultabili per le coppie;
  • comunicazione aperta tra ente e coppie che ora spesso impiegano anche settimane prima di ottenere un riscontro o una risposta anche via mail;
  • post adozione da parte degli enti e dei servizi sociali che devono preparare le varie relazioni per i paesi esteri ed il Tribunale dei minori che sia non solo un puro iter burocratico per mettere a punto le relazioni, ma un reale sostegno preparato e a necessità a disposizione delle coppie e delle nuove famiglie formatesi.

5) Proposte di TUTELA e PARTECIPAZIONE delle famiglie:

  • inserire una rappresentanza numericamente significativa delle famiglie in CAI, con rappresentanti eletti direttamente dalle famiglie;
  • creazione di un Organismo di Autority, garante della famiglia, indipendente, che vigili e tuteli sull’operato degli Enti e della CAI.

6) PROMOZIONE DELLA CULTURA ADOTTIVA nelle scuole, nella sanità e nelle comunità:

  • promuovere corsi di formazione obbligatori per gli insegnanti sul tema adozione e nelle scuole per studenti e genitori;
  • creare all’interno di ogni distretto Asl una equipe sanitaria formata e predisposta a rilasciare alle coppie le visite mediche necessarie a presentare la documentazione nei paesi esteri;
  • predisporre un follow up sanitario nazionale comune post adozione, differente in base ai paesi di provenienza dei bambini, gratuito in tutte le regioni (come in Lombardia);
  • istituire una “Giornata dell’Adozione” per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento.

 

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